Durante le Olimpiadi si è parlato a lungo delle giurie che, in sport come ginnastica, tuffi o pugilato, risultano decisive nel risultato finale, soprattutto perchè in molti casi hanno precluso ad atleti italiani la possibilità di guadagnare una medaglia. Il dibattito continua tutt'ora e sicuramente non si spegnerà mai. Intanto io vi propongo un articolo in cui si parla proprio di questo argomento prendendo come esempi quelli della Cagnotto, della Ferrari e di Cammarelle, ma anche della Forciniti e di Molfetta che, al contrario, sono stati "premiati" dai giudici.
Da segnalare l'ultima parte:
"In conclusione, situazioni del genere (in alcuni casi erano prevedibili e, dunque, evitabili) dovrebbero contribuire a far riflettere e, possibilmente, a migliorare i singoli regolamenti. Il principio base dovrebbe essere, a mio avviso, quello di favorire il pari-merito in discipline in cui il giudizio si riferisce a un gesto atletico singolo (tuffi, dressage, ginnastica, sincro) e di non escluderlo del tutto (in un tabellone di tipo tennistico come quelli di judo, boxe, taekwondo, uno dei due contendenti deve per forza di cose avanzare a discapito dell’altro) ma cercare di evitarlo e renderlo marginale con regolamenti specifici che vadano a premiare merito o numero di colpi portati, aiutandosi con le tecnologie attualmente a disposizione. Insomma salomonici sì, ma che questo non sia un pretesto per non prendere una decisione o non premiare il più meritevole."
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