Citazioni olimpiche

"Come nelle Olimpiadi sono incoronati non i più belli e i più forti, ma quelli che partecipano alla gara (e tra di essi infatti vi sono i vincitori), così nella vita chi agisce giustamente diviene partecipe del bello e del buono."

ARISTOTELE

"I primati mondiali sono fatti per essere battuti, un oro olimpico resta per sempre."

USAIN BOLT

"L'Olimpiade vince con gli sport poveri, ma vince anche con i campioni del superprofessionismo. L'Olimpiade è una parentesi tra le contraddizioni dello sport, viaggia tra le angustie e gli splendori del mondo, non maschera nulla, non ci fa dimenticare tragedie e ingiustizie, difende faticosamente valori. Benedetto sia chi la concepì e chi la fece rinascere. Nulla di più bello ho visto sgorgare dalla fantasia dell'uomo."

CANDIDO CANNAVO'

mercoledì 22 gennaio 2014

Volley memories (parte 2): le trasferte

TRASFERTE

Credo sia in assoluto il particolare che mi manca di più della "vecchia" pallavolo. Ammetto che mi fa strano giudicare come vecchia una cosa che avveniva fino a due-tre anni fa, ma si sa, i tempi cambiano e con esso anche le abitudini.

La prima trasferta a cui presi parte insieme a mia sorella fu un Perugia-Lube del 9  Dicembre 2007. In realtà non la si può definire neanche tale, credo, era più simile a una scampagnata visto che in un paio d'ore di autobus si arrivava a destinazione.
Eravamo una cinquantina di persone e la maggior parte si conosceva tra loro, infatti all'inizio ci sentivamo un pò escluse. A quel tempo non si utilizzavano Facebook o Twitter e si scriveva nel forum presente sul sito della Lube. Ricordo che cercavamo di indovinare chi si nascondesse dietro un determinato nick e che tentavamo di cogliere più particolari possibili dalle conversazioni degli altri. Al solo pensiero mi viene da ridere!
Per quando eravamo tornate a casa avevamo stretto amicizia con diverse persone, tra le quali una coppia con la quale ancora oggi mi diverto a parlare anche per un'ora intera dopo ogni partita e che noi consideravamo i nostri "genitori adottivi delle trasferte".
Quell'esperienza fu così piacevole che da quel momento in poi abbiamo iniziato ad andare a più trasferte possibili: Modena, Roma, Perugia, Milano, Treviso, Frosinone...sono solo i primi nomi che mi vengono in mente. Ogni volta che la società organizzava una trasferta io, mia sorella e le nostre amiche partivamo. Eravamo sempre gli stessi all'incirca e ora facevamo anche noi parte di quel "gruppo" di fedelissimi che supportavano la squadra sempre e ovunque. 





La cosa più bella della trasferta era il viaggio in pullman, sia all'andata sia al ritorno. C'erano le lotte per decidere che film vedere, chi comprava i giornali e poi li faceva passare per leggere cosa dicevano i giornalisti della partita, chi giocava a carte, chi semplicemente discuteva del più e del meno, in questo modo ci si poteva conoscere anche meglio.
Era tutto così piacevole e divertente che arrivati a destinazione quasi ci dimenticavamo del motivo vero per cui avevamo fatto tutte quelle ore di viaggio! 
In partita si tifava tutti a squarciagola, senza distinzione di età. Non so perché, ma in trasferta le persone, compresa me, si trasformavano: era come se, essendo in pochi, dovevamo far sentire un appoggio centuplicato alla squadra.
Dopo la partita si ripartiva quasi subito, a volte si andava a salutare i giocatori o erano loro a venire a salutarci (adesso non potrebbero farlo perché altrimenti verrebbero presi d'assalto in mezzo a urla e gridolini vari). 
Il viaggio di ritorno era caratterizzato dai commenti sul match: ognuno si improvvisava allenatore/commentatore e nascevano discussioni, anche accese, ma sempre moderate, su vari aspetti. Come sempre c'erano i disturbatori, quelli che anche alle 3 di notte parlavano e ridevano a voce alta, e coloro che si lamentavano perché volevano dormire. 
Si tornava a casa stanchi, ma davvero felici e anche se la mattina dopo bisognava alzarsi presto per andare a scuola, a lavoro o a lezione lo si faceva col sorriso ripensando al giorno prima.



E' da tanto tempo che non partecipo ad una trasferta di campionato. L'ultima volta che sono partita con i pullman organizzati dalla società credo sia stata quella per Milano, la finale scudetto che ci ha regalato il secondo successo in campionato. 
L'ultima partita vista fuori casa risale, invece, all'anno scorso, a Perugia. Ci andai in macchina insieme a mia madre, un'amica di mia sorella e il suo fidanzato. Ci divertimmo tantissimo lungo il tragitto, la ricordo come una delle più belle trasferte mai fatte.
Arrivati al palazzetto prendemmo posto sotto la curva maceratese e guardando le facce rimasi pietrificata: non c'era una sola faccia conosciuta. Dov'erano finite tutte quelle persone con cui avevamo condiviso centinaia di km su e giù per l'Italia?? Semplice: con l'avvento delle cosiddette nuove "tifose" hanno preferito mutare le loro abitudini e godersi la famiglia a casa nei fine settimana. Non vale più la pena spendere tempo e soldi in qualcosa che è profondamente cambiato. E così ho fatto anche io insieme alle persone che conosco. 
Ci ritroviamo alle partite in casa, o ci mettiamo a parlare anche per ore dopo la fine dei match casalinghi, o ci incontriamo a cena. Ma è tutto diverso per quanto riguarda le trasferte, quell'atmosfera unica che si respirava non c'è più. E io pagherei oro per riviverla ancora una volta.



Alfy



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