Citazioni olimpiche

"Come nelle Olimpiadi sono incoronati non i più belli e i più forti, ma quelli che partecipano alla gara (e tra di essi infatti vi sono i vincitori), così nella vita chi agisce giustamente diviene partecipe del bello e del buono."

ARISTOTELE

"I primati mondiali sono fatti per essere battuti, un oro olimpico resta per sempre."

USAIN BOLT

"L'Olimpiade vince con gli sport poveri, ma vince anche con i campioni del superprofessionismo. L'Olimpiade è una parentesi tra le contraddizioni dello sport, viaggia tra le angustie e gli splendori del mondo, non maschera nulla, non ci fa dimenticare tragedie e ingiustizie, difende faticosamente valori. Benedetto sia chi la concepì e chi la fece rinascere. Nulla di più bello ho visto sgorgare dalla fantasia dell'uomo."

CANDIDO CANNAVO'

venerdì 10 gennaio 2014

Volley memories (parte 1): atleti/tifosi

Dopo essere venuta a conoscenza della pagina Fb "Campagna pro giocatori vittime del Bimbominkismo nei palazzetti" ho deciso di dedicare dei post alle mie memorie targate volley e a questo argomento, ovvero le pseudo tifose di pallavolo e in particolare della mia squadra del cuore, la Lube Banca Marche Macerata, che seguo in pratica da quando sono nata.

Nonostante abiti a una quindicina di minuti dal palazzetto, per diversi motivi sono andata ad assistere per la prima volta ad una partita soltanto nella stagione 2006-2007. Ebbene sì, ho scelto un anno fantastico, ovvero l'unico (per ora) nella storia della società in cui non sono andati neanche ai play off.
Ricordo subito cosa mi colpì di quell'ambiente: l'atmosfera familiare, discreta e conviviale che si respirava al Fontescodella. C'erano famiglie intere, tantissimi bambini felici di poter vedere da vicino i loro idoli (anche io d'altronde avevo appena 12 anni), genitori, anziani.... Per me, che venivo dal mondo del calcio, fu una sorta di rivelazione e da quel momento in poi non mi sono più persa una partita.
Col tempo ho avuto la fortuna di conoscere tifosi di tutte le età con i quali mi sento tutt'ora e ho iniziato ad andare alle trasferte.
Appena la società organizzava un autobus per una meta non troppo lontana io, mia sorella e alcune sue amiche partivamo. Eravamo pochi, sempre gli stessi, ormai ci si conosceva tra di noi. Ogni trasferta era una festa e un concentrato di allegria e di tifo sereno.
Gli sfottò c'erano e ci sono tutt'ora, a volte si superano anche un pò i confini dell'educazione, ma niente a che vedere con la violenza negli stadi. La cosa bella era che durante il match magari si rivolgevano parole non troppo gentili alla curva avversaria per poi ritrovarsi in ogni caso a fine partita al bar del palazzetto a scherzare e a ridere come vecchi amici.

Un altro aspetto che mi preme sottolineare è che se volevi conoscere un giocatore, scambiarci due frasi, farti firmare un autografo o immortalarlo in una foto ricordo tutti si mostravano cordiali e disponibili. Nessuno mi ha mai negato tutto ciò e vi posso assicurare che per tre anni circa ad ogni partita mi facevo minimo 3-4 foto e un paio di autografi. Conservo tutto in un album a cui tengo molto.
Potrei anche regalarvi degli aneddoti curiosi e carini... 

Andrea Giani: alla prima esperienza da allenatore a Modena, dopo l'ennesima sconfitta. Scurissimo in volto, si vedeva che era proprio abbattuto. Ero indecisa se chiedergli una foto o no (sono estroversa, ma incredibilmente timida in questi casi, ho sempre paura di dar fastidio al giocatore/allenatore di turno), ma mi faccio coraggio. Appena ascolta la mia domanda si illumina in volto, mi sorride e risponde: "certamente" con un viso a dir poco gioioso.


Matey Kaziyski: 1 Novembre 2007, ancora ricordo la data per quanto tempo l'avevo attesa. Per la prima volta ho la possibilità di incontrare uno dei miei idolo più grandi, l'allora giovane giocatore bulgaro che tutti dicevano sarebbe diventato una stella del volley mondiale. A fine partita corro da lui, solite frasi di circostanza, sorrisi, abbracci etc... Prima di andarmene gli dico "Grazie" e lui prontamente "Grazie a te". Da lì inizia una "disputa" su chi dovesse ringraziare di più l'altro!!! Siamo stati per cinque minuti a discutere se dovessi essere più grata io per la foto o lui per avergliela chiesta (non era conosciuto da molti, se lo filavano in pochi ancora). E' stata una scena davvero simpatica ed esilarante e da quel momento ogni volta che qualcuno cita Kaziyski non posso non ricordare questo episodio.

Credits: Lorenza Morbidoni

Jan Willem Snippe: un signore che lavorava con la società mi aveva aiutato ad ottenere gratuitamente la maglia del giocatore preferito di mia sorella per il suo compleanno. Volevo cercare di raccattare più autografi possibili e lo chiesi anche a Snippe. "Scusami, non posso ora, vado di corsa, ma se mi aspetti ti prometto che tra 10 minuti massimo sarò di nuovo qui per firmarti la maglia". Non sapevo se crederci e dunque attendere o meno, ma alla fine decisi di fidarmi. Ebbene, dopo neanche 10 minuti uscì dallo spogliatoio con i capelli ancora tutti bagnati e tutto trafelato. Venne da me e fece: "Ho cercato di fare il più presto possibile, avevo paura fossi andata via" e tutto sorridente scrive una dedica per mia sorella.


A presto con una nuova "puntata"!

Alfy (nostalgica)

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