Sono nata il 10 maggio 1994 e, come ripete spesso mio padre, non sono nata milanista, ma lo ero addirittura prima che venissi al mondo. Quell’anno fu uno dei più meravigliosi per la storia dei colori rossoneri, in cui due date spiccano su tutte: 1 maggio, conquista dello scudetto, e 18 maggio, quando l’allora Coppa dei Campioni fu portata a casa contro il Barcellona infliggendo un sonoro 4-0 ai blaugrana guidati da Cruijff. Potrei prendere in prestito le parole di Kobe Bryant affermando che anche il mio sangue è rossonero perché, in fondo, rappresenta la realtà dei fatti. Il dettaglio più importante, però, è che non sono sola: come me ci sono milioni di persone sparse per ogni continente che ad ogni partita del Milan esultano, si divertono, piangono e si disperano. Una passione per cui non esistono parole a sufficienza tali da descrivere ciò che proviamo durante un match, che sia un’amichevole o una finale. Tutti accomunati da questo grande amore per i colori “rosso come il sangue e nero come la paura che incuteremo agli avversari”, ma anche dagli ultimi anni che definire da incubo sembrerebbe addirittura riduttivo. Ora è però tempo di lasciare quel passato alle spalle e di vivere pienamente ogni istante, godendosi l’atmosfera unica che solo le notti europee regalano.
Questa partita è per tutti.
Per chi ha vissuto dal vivo le grandi vittorie degli anni ’80-‘90.
Per chi quando sente nominare Shevchenko istintivamente pensa a quel paio di occhi glaciali in una notte di Manchester piena di flash dei fotografi e ai festeggiamenti e alla soddisfazione delle settimane successive.
Per chi ricorda poco delle ultime apparizioni dei rossoneri nel più importante palcoscenico europeo, e forse è meglio così perché è non che siano state così esaltanti.
Per chi non ha mai visto il Milan in Champions perché troppo piccolo.
Questa partita è per tutti, nessuno escluso. Godiamocela, in fondo siamo pur sempre il Milan e, indipendentemente da come andrà stasera, la storia non ce la potranno MAI portare via.
OxyMora